A un anno dalla nascita del “Presidio Ciro Colonna di Libera a Macerata” Benedetta Mazzieri racconta le attività svolte ripercorrendo le motivazioni della nascita del Presidio. «Il Maceratese nel 1996 è stato scosso dalla strage di Sambucheto, poi nello stesso anno ci fu un ingente sequestro di droga a San Benedetto del Tronto che permise di constatare la presenza della ‘ndrangheta nelle Marche. Nasce così l’impegno, perché come giovani vogliamo essere “fari” che gettano luce su quelle condotte oscure in cui si insinua la criminalità organizzata che a Macerata è consolidata da ben trent’anni anche se non c’è consapevolezza da parte della cittadinanza».
Benedetta punta sull’importanza di sensibilizzare i cittadini, specie i più giovani. «Un anno complesso e intenso quello appena trascorso per la pandemia, che non ci ha impedito di continuare la collaborazione con il Clan Scout di Macerata2 a cui si è aggiunto il clan di Mogliano. Le attività si sono incentrate sulla formazione nelle scuole che ci ha visti impegnati ad Appignano, Montefano e nella scuola primaria della Pace di Macerata. Abbiamo fatto conoscere ai ragazzi la storia di Ciro Colonna e di altri giovani innocenti uccisi dalla mafia, declinando i temi della legalità, dell’onestà e della correttezza nel modo di agire di ognuno di noi, per dire no alla violenza e alla prepotenza. Formazione svolta anche con i ragazzi del Servizio Civile della Caritas di Macerata.
A giugno siamo riusciti ad organizzare un incontro in presenza con Giulia Mencarelli che ci ha parlato del problema del caporalato e dei subappalti illeciti nei cantieri del post sisma. Quella del caporalato è una piaga presente nel nostro territorio, come confermano le indagini svolte dai Carabinieri tra Recanati e Montelupone e i tanti atti firmati dal procuratore Di Giorgio. Abbiamo partecipato al festival di Appignano nella serata dedicata alla Legalità. In questo anno abbiamo avuto la soddisfazione di avere tanta gente che si è avvicinata a noi e che ha iniziato a collaborare con noi.
Il discorso si sposta sui progetti per il futuro. «Si continuerà a fare memoria delle vittime innocenti di mafia, ad allargare l’impegno personale di quanti vogliono un territorio libero dalla lunga mano della mafia e a continuare la sensibilizzazione nelle scuole, luogo ideale per aiutare i ragazzi ricordando loro le parole della sorella di Ciro: “A Ciro è stato tolto un futuro, ma ognuno di noi ha ancora la possibilità di scegliere il proprio destino: praticando lo studio che aumenta le proprie opportunità, o praticando la violenza di cui conosciamo il finale”».
Da ultimo, allargando lo sguardo, Benedetta delinea il suo sogno per Libera a Macerata: «Di certo quello di poter avere tra noi don Luigi Ciotti. Intanto vorrei invitare alla lettura del suo libro “L’amore non basta”.
Al termine dell’intervista, svolta online, Benedetta ringrazia la redazione di Emmaus per averle dato l’occasione di ripercorrere il percorso di Libera a Macerata a un anno dall’inaugurazione del Presidio “Ciro Colonna” ricordando che le porte, per chiunque volesse offrire aiuto e collaborazione, sono spalancate.
