Il magistrato Nicola Gratteri e lo scrittore esperto di ‘Ndrangheta Antonio Nicaso sono stati ospiti sabato 20 maggio nell’auditorium dell’Istituto Superiore “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche. A intervistarli, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose del territorio e di una sala gremita fino all’ultimo posto (più di trecento le persone rimaste purtroppo all’esterno vista l’elevata capienza e per motivi di sicurezza), sono stati gli avvocati Giuseppe Bommarito e Pietro Siciliano grazie all’incontro organizzato dalle associazioni di volontariato della rete sociale “Oltre” col patrocinio del Comune di Civitanova. Presenti la senatrice Elena Leonardi, l’assessore regionale Filippo Saltamartini, i consiglieri regionali Anna Menghi e Mirko Bilò, il presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana e vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, oltre a numerosi amministratori pubblici locali e provenienti da tutta la provincia.
Tanti gli argomenti toccati prima delle domande finali degli studenti, dalla lotta alle mafie e alle loro infiltrazioni nella quotidianità alla professione di magistrato, dalla collusioni della politica e dei cittadini col malaffare, fino alle vicende anche personali di Gratteri, Procuratore della Repubblica al tribunale di Catanzaro sotto scorta da più di 30 anni, che lo hanno visto contestare la riforma Cartabia o riguardo la sua mancata nomina a Ministro della Giustizia del Governo Renzi: «Parlare di mafia stanca e se ne parlerà sempre meno, perché la mafia sta sparando di meno, si bruciando meno auto e per l’opinione pubblica la mafia sembra essere “sotto controllo”».
Può sembrare addirittura che non siano più un problema? «Al centro dell’opinione pubblica ci sono oggi gli scippi, mentre ieri il problema era rappresentato dalle rapine in villa – ha aggiunto Gratteri-, nella riviera adriatica ci sono tante infiltrazioni di ‘Ndrangheta e Camorra e sono qui per comprare tutto ciò che può in vendita: alberghi, ristoranti, pizzerie, tuffo ciò che può essere in questo momento in difficoltà economica».
Ma qual è l’obiettivo delle mafie: «Quando parliamo della loro persistenza ci riferiamo al fatto che sono in possesso di grandi quantitativi di denaro che devono giustificare ma tutto questo non preoccupa la gente – ha aggiunto Gratteri -, mentre questo è un problema reale che riguarda tutti, che va a incidere sul libero mercato e favorisce il riciclo di denaro sporco proveniente dal traffico di droga. Tutto ciò può comportare, ad esempio, il ritrovarsi di fronte magari ed esercizi commerciali che praticano prezzi più bassi grazie alle valige di soldi in contanti portate dalle mafie – ha aggiunto -, questo danneggia l’economia del posto, viene meno la liberà economica che non è rappresentata soltanto dal poter parlare liberamente ma anche dal fare scelte economiche libere. Le mafie interagiscono con la gente, fanno “opinione”, votano e fanno votare i propri rappresentanti. Attenzione quando questo avviene, non è un fatto che riguarda gli “altri” è l’inizio della fine di un territorio».
Come si possono allora combattere le mafie? Secondo Gratteri, riprendendo le parole di Giovanni Falcone (del quale il 23 maggio ricorrono i 31 anni dalla morte durante l’attentato di Capaci): «Affinché la magia finisca c’è bisogno di un interesse politico, così come accaduto in passato col brigantaggio o col terrorismo – ha concluso il magistrato -, il potere mafioso interagisce con quello politico e viceversa, le mafie sono diventate una agenzia di servizi e affinché finiscano è necessario attuare riforme importanti e per quanto riguarda le nuove generazioni investire profondamente nell’istruzione».
Il servizio televisivo dell’incontro avvenuto a Civitanova Marche andrà in onda su EmmeTv, canale 89 delle Marche, lunedì 22 maggio durante il telegiornale delle ore 19.40, 20.40 e 22.40.
