MACERATA – “È morto Silvio Craia. Viva Silvio Craia”. È con questo spirito, sospeso tra il dolore della perdita e la celebrazione di una vita interamente dedicata all’arte, che la comunità maceratese ha accolto la notizia della scomparsa del Maestro. Silvio Craia si è spento nella serata del 17 dicembre a Macerata, la città che lo aveva adottato e che lo ha visto protagonista indiscusso della scena culturale per oltre mezzo secolo.
Nato a Corridonia il 28 febbraio 1937, Craia aveva festeggiato lo scorso inverno il traguardo degli 88 anni. La sua è stata una storia artistica difficilmente riassumibile in una sola definizione: pittore, ceramista e Direttore della Pinacoteca Civica di Macerata, ha saputo attraversare epoche e stili con una curiosità intellettuale rarissima.
Dalle prime esperienze come “chiarista” alla sperimentazione d’avanguardia, Craia ha saputo guardare al futuro senza mai dimenticare la lezione del passato. Per molti critici, è stato l’ultimo erede del movimento futurista, capace di reinterpretare quel dinamismo attraverso il recupero dei materiali e una sensibilità contemporanea.
Nella sua lunga carriera, Craia ha mescolato con sapienza una molteplicità di linguaggi. Le sue opere, che oggi pervadono strade, case e luoghi istituzionali di tutto il territorio regionale e nazionale, sono il lascito di quella che è stata definita un’«anima vacante nel segno»: una libertà creativa pura, generosa.
Dalle prime ore della diffusione della notizia, si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio da parte di istituzioni, colleghi e cittadini. Silvio Craia lascia la moglie Luciana e i suoi cari, che lo accompagneranno nell’ultimo saluto terreno venerdì 19 dicembre alle ore 11:30, presso la chiesa di Santa Madre di Dio a Macerata.
