La sede maceratese del Centro Servizi per il Volontariato ha ospitato nella giornata di ieri, venerdì 21 aprile, un coinvolgente laboratorio che pone le basi di una nuova collaborazione con ALFA e Fondazione Carima in direzione di un rafforzamento della rete del Terzo Settore.
Daniele Antonozzi, presidente provinciale Csv, ha illustrato i gradi di convolgimento dei cittadini nella partecipazione ed ha sottolineato l’importanza dell’apprezzamento dell’impegno civico del singolo cittadino a sostegno della propria associazione e della rete. Silvio Minnetti, coordinatore dell’Assemblea delle libere forme associative, ha ricordato la direzione del processo avviato: rafforzare un Forum del terzo Settore, forte e incisivo, per sedere ai tavoli della coprogettazione nel welfare sussidiario e generativo con la forza dell’insieme di una rete fatta di relazioni, competenze, flessibilità, ascolto reciproco e condivisione superando il male attuale, la frammentazione e la diffidenza tra associazioni ed istituzioni. Il modello è quello di una governance collaborativa.
La prof.ssa Daniela Ropelato, docente di Scienza politica all’Istituto universitario Sophia di Loppiano-Firenze, ha creato subito un clima partecipativo coinvolgendo i presenti, espressione di importanti organizzazioni come Anffas, Croce Rossa, Avis, Fondazione Carima ed altre, con la tecnica della decrizione dei punti di forza e di debolezza della rete associativa. È emersa la rilevanza della forza dell’insieme per superare la frammentazione. Partecipare poi nasconde un dilemma: inclusione o esclusione. Pensiamo alle difficoltà delle donne e dei giovani e alla incomunicabilità. Difficile coinvolgere gli anziani e gli ultranziani. Esistono barriere economiche e culturali che escludono dalla partecipazione. Una vera ingiustizia sociale. Dove collocare il voto infine rispetto alla scala della partecipazione?
Il dialogo è proseguito su leadership e partecipazione. È emersa la necessità di una leadership collettiva, fondata su autorevolezza, umiltà, pazienza e valorizzazione dell’altro, anche tra associazioni.
Il conflitto, ha magistralmente spiegato il prof. Fabio Migliorini, docente all’Istituto teologico Italia meridionale e psicoterapeuta, va attraversato e gestito con l’attenzione all’altro, valorizzando le diversità, esprimendo se stessi con chiarezza ma con la responsabilità di chi sa fermarsi e non reagire con aggressività, per esercitare invece la capacità di mediare, abili nella risposta. Ognuno deve stare al proprio posto, senza invadere lo spazio dell’altro, semplicemente facendo con resilienza e perseveranza “la propria parte”.
Questo il senso del partecipare emerso ieri in un laboratorio iniziale di pratiche che avrà un suo sviluppo nei prossimi mesi.
