Ciao a tutti! Dopo il mio articolo di presentazione ci tenevo a raccontare un po’ della realtà dove svolgo il mio servizio civile. Il mio progetto “Ci vorrebbe un amico saggio – Marche” riguarda gli anziani attraverso Reteviva un’iniziativa dell’associazione Ubuntu e dalla parrocchia di Santa Croce. Tutte le attività che si svolgono sono nate attraverso l’incontro di bisogni e disponibilità di persone sia della parrocchia e non solo, che si sono incastrate un po’ come un puzzle fino a dare forma a ben tante attività. Troviamo “L’ALTrOPARLANTE”, uno spazio di lirica e lezioni di filosofia, e “Menteviva”, che riguarda ambiti come pittura, computer & smartphone, biblioteca, ginnastica dolce, ago & filo, dialogo in biblioteca, yoga, burraco e i domiciliari.
Le persone che hanno dato vita e che partecipano a questi laboratori mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie in modo puramente volontario approssimandosi l’uno con l’altro, ed è questo lo spirito di Reteviva. Una vera e propria rete tra le persone, che vivono insieme anche delle cene o piccole feste per divertirsi e stare insieme come è successo con la piazzata per il Natale e con la castagnata di San Martino.
Io con gli altri volontari cerchiamo di facilitare lo svolgimento di ogni laboratorio, accogliendo le persone mostrandoci disponibili e cercando di farle sentire “in famiglia”. Delle volte alcune signore mi dicono che quando si sentono giù e non hanno voglia di fare nulla venendo da noi sanno di trovare sempre qualcuno con cui scambiare due parole, ma soprattutto sapendo di poter essere davvero ascoltate e questo, ogni volta, per me è una forte carica per continuare il servizio.
Personalmente l’attività che “preferisco” sono i domiciliari, cioè delle visite a persone che per vari motivi non possono muoversi da casa o hanno delle difficoltà perché magari sono sole, perché noi portiamo il nostro contributo con la compagnia, l’ascolto e facendo piccole commissioni.
Io vado a trovare sei signore e ogni volta che vado da loro divento sempre più consapevole di quanto ci sia un bisogno grande di umanità e di quanto questa generi gioia nelle persone che la ricevono ma soprattutto che la danno. Ognuna di queste persone mi dimostra tanta gratitudine e affetto che all’inizio credevo fosse anche troppo per quel che facevo e faccio, ma alle volte si danno per scontate tante cose che invece non lo sono.
Sto’ imparando molto da questo servizio civile e sono solo a metà, la stanchezza a volte si fa sentire ma fortunatamente la motivazione è più forte.
Irene Cimarelli


