La Chiesa locale si è ritrovata in preghiera intorno al tema del Giubileo
I l 31 maggio scorso, nella cornice dell’Abbadia di Fiastra, la Diocesi di Macerata ha celebrato un importante doppio appuntamento per la comunità dei fedeli con la chiusura dell’Anno Pastorale e il Giubileo delle famiglie.
I partecipanti si sono dapprima ritrovati presso l’Anfiteatro Romano di Urbs Salvia per la Liturgia penitenziale, per poi dirigersi in cammino, con un pellegrinaggio di 3 km, fino al campetto sportivo vicino all’abbazia cistercense. Luogo questo dove, insieme al vescovo Nazzareno Marconi, si sono potute ascoltare numerose testimonianze di speranza da parte dei rappresentanti di varie realtà diocesane. «Fare il punto della situazione, raccontarci le testimonianze – ha detto il Vescovo -, così come ascoltarci con cuore aperto, è lo stimolo del percorso sinodale che ci invita a vivere come assemblea che si trova, si incontra per essere un cuore solo ed un’anima sola».
Come avvenuto nel mese di aprile per il Giubileo degli adolescenti, gli eventi del 31 maggio sono stati promossi grazie alla collaborazione degli Uffici diocesani: «In quest’anno pastorale, in cui la Chiesa ci dona di vivere il Giubileo ordinario dell’Anno Santo 2025, l’Ufficio di Pastorale familiare ha proposto un itinerario che ha coniugato il tema del Giubileo “Pellegrini di speranza” con la vita familiare, da cui il titolo “Famiglia: luogo di speranza” – hanno spiegato i direttori Francesco e Giada Brachetta -; questo percorso ha voluto essere una preparazione per le famiglie a vivere questa meta giubilare: abbiamo pensato a tre passi possibili, che possono corrispondere ad altrettanti incontri e momenti da vivere in famiglia o tra famiglie sul tema della speranza».
Un percorso definito “Smart” (in questo caso un acronimo per semplice, misurabile, adeguato, realistico e tangibile) che ha inizio con il primo passo “Famiglia laboratorio di Speranza”, un impegno da realizzare come coppia o da prendere con i propri figli. «Il secondo passo lo abbiamo chiamato “La Speranza è per tutti o non è speranza” – continuano i direttori dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia -, non siamo infatti nati per sopravvivere da soli, ma per vivere in relazione.
Infine, il terzo passo: la “Speranza oltre ogni Speranza” in cui ci interroghiamo come anche le crisi che la vita ci pone, possano diventare vie di Resurrezione». Ad arricchire la giornata tante testimonianze provenienti dalle realtà diocesane. Tra queste quella dell’imprenditore Alessandro Guzzini, in rappresentanza dell’Ucid Marche: «Abbiamo visto partecipare tanti giovani e tante famiglie – ha raccontato -, si è parlato di speranza e lo si è fatto da tanti punti di vista diversi». Prospettive come quelle offerte dalla coppia formata da Caterina Antognozzi e Alessandro Angeloni, segnata anche dalla malattia: «L’esperienza che abbiamo voluto condividere ha toccato ogni membro della nostra famiglia ed è stata molto forte – hanno riportato -, la prova della malattia è una prova che riguarda tutta la famiglia, come poi la guarigione. C’è stato richiesto un enorme sforzo di fede e di speranza: ringraziamo il Signore di aver superato questa prova e di averla vissuta serenamente».
A chiudere la giornata ancora i direttori della Pastorale familiare, Francesco e Giada: «Si è trattato di un bel momento per la Chiesa locale tutta, che si è ritrovata e guardata in faccia, conoscendosi ancora una volta intorno al tema della speranza»
